Lasciamo Djanet e nei prossimi giorni vagabonderemo tra alte dune, cordoni di sabbia che si intersecano in forme quasi geometriche, in uno scenario davvero mozzafiato:
Alidemma, dove si alternano rocce, spazi improvvisi, archi naturali di pietra, guglie, e dune di sabbia rossa adagiata sulle rocce.
Moul N’Aga: da un lato sabbia e dune, quasi fosse un erg, dall’altra un altopiano roccioso con guglie frastagliate.
Tin Merzouga, un’imponente duna, dicono, la più alta d’Algeria. Ai suoi piedi si stende un pianoro vastissimo, delimitato all’orizzonte da bizzarre formazioni rocciose, un fungo, un porcospino, archi e pinnacoli.
Il TASSILI N’AJJER, che in berbero significa “alto piano dei Tuareg”, grazie alla ricchezza di incisioni e pitture rupestri, è stato classificato parco nazionale nel 1972 ed è diventato Patrimonio dell’Umanità (Unesco) nel 1982, inoltre è stato classificato riserva dell’uomo e della biosfera nel 1986.
In effetti sulle rocce del Tassili, sono state ritrovate pitture rupestri di 8.000 anni fa, raffiguranti esseri antropomorfi, dalla testa tonda. I dipinti più antichi sono opera di un popolo che viveva di caccia di animali di grossa taglia, a dimostrazione del fatto che il Sahara, fra i 12.000 e i 2.000 anni fa, era fertile e ricco di zone umide.
L’arte sahariana si divide in cinque periodi:
- “bubarico”: 10.000 - 6.000 a.C., il nome deriva dai “Bubarus antiquus”, una specie di bufalo dalle corna molto lunghe;
- “delle teste tonde”: 6.000 - 5.000 a.C. (il nome deriva dal modo di rappresentare con un tondo vuoto la testa delle figure umane, questi dipinti sono stati descritti e pubblicati per la prima volta dall’ archeologo francese Henri Lhote.
- “bovidiano”: 5.000 - 1.800 a.C., il nome deriva dall’addomesticamento dei bovini. Le figure sono prima incise e, successivamente, colorate;
- “cavallino”: 1.800 - 400 a.C., compaiono i primi carri e cavalli, che furono introdotti dai Garamanti.
- “camelino”: dal 400 a.C. ad oggi, quando resta l’arte sahariana schematica e rozza, espressione occasionale dei Pastori nomadi delle zone desertiche.